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GUIDA KITESURF/4 Le tavole migliori non sono quelle più colorate!

Aggiornamento: 24 mag

Impariamo a conoscere uno strumento fondamentale in tutti i suoi dettagli.




Quando questo sport era agli inizi, si modificarono delle tavole da surf e windsurf per poter navigare, creando una tavola con una prua (parte davanti) e una poppa (parte posteriore). In questo tipo di tavole direzionali le streps, cioè le fascette in cui infilare i piedi per mantenerci agganciati alla tavola, sono posizionate verso la poppa della tavola.

Oggi invece si utilizzano più comunemente le tavole bi-direzionali (twin-tip). Sono tavole simmetriche, quindi non dovremo cambiare posizione dei piedi negli streps nei cambi di direzione, perché prua e poppa alternano il loro ruolo. Le bi-direzionali, agili e divertenti esprimono al meglio lo sport del kitesurf. Esistono modelli  con lunghezze attorno ai 160-150 centimetri ed un discreto volume, utili nelle fasi della partenza e della planata. Queste tavole possono eseguire tutte le manovre, i cambi di direzione ed i salti delle loro sorelle minori, ma hanno maggior galleggiamento, risultando il miglior compromesso per chi inizia o per chi si vuol divertire in condizione di vento leggero.   


Chi è già esperto o si trova in condizioni di “sovrainvelatura” può utilizzare invece tavole lunghe 140-120 centimetri, dal volume molto ridotto. Il profilo sottile di queste twintips taglia le onde e rimane sempre “aggrappato” all’acqua dando sicurezza e controllo anche con vento forte, e durante il salto le ridotte dimensioni danno la sensazione di non aver nulla ai piedi. Con poco vento però si rischia di rimanere in spiaggia a guardare surfare chi possiede tavole di maggiori

Uno dei sistemi di sicurezza più semplici e comuni è costituito da un cordino elastico (leash) fissato al nostro trapezio che viene collegato tramite un sistema a doppia anello a una delle linee frontali o posteriori.   


Una volta azionato lo sgancio di emergenza, la barra scorre lungo questa linea permettendo al kite di sventarsi.  Spesso purtroppo questa operazione ha come conseguenza grossi aggrovigliamenti dei cavi, che ci impediscono di far ripartire il kite.     

Molte vele utilizzano come efficace sistema di sicurezza la quinta linea, o quinto cavo, che corre dal boma fino al leading edge. In questo caso dobbiamo collegare il leash elastico all’estremità di questo cavo , in modo che una volta azionato lo sgancio di emergenza la barra scorra via lungo la quinta linea fino fermarsi su una “stopper ball”; la posizione della stopper ball è calcolata per permettere al kite di sventarsi  e mantenersi in posizione rovesciata, neutra rispetto al vento.   

In qualsiasi momento potremo recuperare il quinto cavo fino a riprendere in mano il boma e rilasciare lentamente la quinta linea per riportare il kite in assetto di volo.   

Come vedremo più avanti, il quinto cavo, oltre che essere un valido sistema di sicurezza, risulta utile nelle fasi di rilancio della vela dall’acqua o in qualsiasi situazione in cui si voglia annullare temporaneamente la trazione della vela.



Anche la larghezza della tavola ha la sua importanza: in media le tavola hanno larghezze che vanno dai 37 ai 40 centimetri. Si trovano in commercio anche tavole “mutant” che possono essere utilizzate come monodirezionali o bidirezionali a seconda di come vengono montate, oppure modelli appositamente studiati per l’uso nelle onde (surfini). Da qualche anno inoltre si stanno sviluppando tavole direzionali ad alto volume e con pinne fino a 50 cm, appositamente pensate per le discipline “race”, cioè per le competizioni su percorso, dove contano soprattutto velocità e stabilità.  

Il rocker è la curvatura della tavola: una curvatura accentuata è utile alla manovrabilità sulle onde, un rocker minore facilita la bolina.  

I rails sono i bordi della tavola: i profili molto sottili tagliano bene l’acqua, ma sono taglienti e quindi  pericolosi in caso di cadute.  


Il leash

Il leash è la cima con cui possiamo agganciare la tavola al nostro trapezio o alla caviglia, per recuperarla facilmente dopo una caduta. Ad ogni nostra caduta il leash è soggetto a notevoli sollecitazioni e quindi deve essere molto resistente, e sono da preferire i modelli elastici o ammortizzati. Il leash va agganciato con a un’estremità della tavola (mai alla maniglia o alle streps), e rende necessario l’uso del casco, perché crea un effetto fionda che riporta la tavola verso l’uomo. Per questo motivo, una volta che abbiamo acquisito sufficiente autonomia nella gestione del kite, è preferibile non utilizzare il leash e recuperare la tavola facendoci trainare dal kite a corpo libero.    


Streps e pads

Gli streps, cioè le fascette in cui si infilano i piedi, hanno una notevole importanza sia per il nostro confort che per il controllo della tavola: in andatura devono poter trasmettere le pressioni delle varie parti del piede. Buone streps devono essere abbastanza avvolgenti, e aderire da metà delle dita fino al collo del piede, ma permettere comunque una certa libertà di movimento. Esistono streps regolabili che hanno il vantaggio di potersi stringere o allargare con facilità, senza dover essere smontate e rimontate. Sono perfette quindi per tavole che vengono usate da più persone o se si utilizzano spesso scarpette o calzari.   


Le pads  sono i tappettini antisdrucciolo incollati o avvitati alla tavola dove appoggia il piede; ne troviamo di più o meno ergonomiche, e devono permettere al piede di aggrapparsi con fermezza ma anche di poter scivolare fuori con facilità a necessità.   

Gli stivaletti o “bindings” da wakeboard, per un kitesurf estremo, rendono il piede un tutt’uno con la tavola, scaricano parzialmente lo sforzo dalle caviglie e permettono di contrastare maggiormente la resistenza dell'acqua.

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